Bolzano, 16/03/2018

20 anni Museo Archeologico dell’Alto Adige

Temi e cifre dal museo (in ordine sparso)

Ritrovamento di Ötzi: 19.9.1991
Rientro a Bolzano: 16.1.1998
Inaugurazione del museo: 28.3.1998


Un museo archeologico a Bolzano

Con una decisione lungimirante la Giunta Provinciale dell’Alto Adige deliberò di rendere accessibile al pubblico il complesso del ritrovamento dell’Uomo venuto dal ghiaccio. Come sede del nuovo museo provinciale di archeologia venne scelto l’edificio dell’ex Banca austro-ungarica, eretto nel 1912 in via Museo a Bolzano e sede della Banca d’Italia dopo la prima guerra mondiale.
Nel 1996 cominciarono i lavori di ristrutturazione e il 28 marzo 1998 il Museo Archeologico dell’Alto Adige poté finalmente essere inaugurato.


La mostra permanente

Il percorso espositivo seguiva una spirale cronologica, che aveva inizio al piano terra con il Paleolitico (12.000 a.C.) e si concludeva all’ultimo piano con l’Alto Medioevo. La mummia dell’Uomo venuto dal ghiaccio e il suo corredo erano esposti al primo piano.

Nel 2011, in occasione della mostra temporanea Ötzi20, il complesso espositivo originario relativo alla vita nell’età del Rame, alla storia delle ricerche, alle indagini criminologiche e ai fenomeni culturali inerenti all’Uomo venuto dal ghiaccio fu ampliato. Il museo poté così tenere conto dell’accresciuto bisogno d’informazioni dei visitatori e offrire a un maggior numero di persone contemporaneamente di la possibilità di conoscere questo tema. Con la nuova mostra permanente fu presentata anche una nuova ricostruzione, basata sulle caratteristiche anatomiche di Ötzi e realizzata dai paleo-artisti Alfons e Adrie Kennis, che da allora influenza l’immagine che abbiamo dell’Uomo venuto dal ghiaccio.

La situazione espositiva temporaneamente limitata dei restanti reperti pre- e protostorici è insoddisfacente. Da qualche tempo si discute pertanto la possibilità di un trasferimento in un edificio più grande, nel quale il complesso espositivo dell’Uomo venuto dal ghiaccio possa tornare a essere inserito in un percorso che illustri l’intera archeologia dell’Alto Adige.


Un museo in crescita

Le offerte del museo si rivolgono a diversi gruppi target: classi scolastiche, popolazione locale e ospiti che vengono da fuori.

Negli scorsi 20 anni, per gli altoatesini il museo è diventato un luogo d’incontro (Lunga notte dei musei, Giornata internazionale dei musei, Lunga notte della ricerca, Festival di archeologia “Ritorno alla preistoria”…). Nel panorama internazionale dei musei archeologici, quello dell’Alto Adige si è assicurato un posto di rilievo con un alto grado di notorietà.

Nella promozione turistica altoatesina all’estero Ötzi e il suo museo sono la principale destinazione culturale e, grazie alla redditività che mettono in circolo, un fattore economico non trascurabile.
A posteriori la decisione di insediare il Museo Archeologico dell’Alto Adige nella zona pedonale di Bolzano si è rivelata vincente. Molti di coloro che vengono in vacanza in Alto Adige combinano oggi un giro in città con una visita al museo.


Lavori di ristrutturazione

Nel corso dei suoi 20 anni di vita, l’edificio del museo è stato sottoposto ad alcuni “lifting” per venire incontro alle esigenze dei visitatori: dalla zona pedonale è riconoscibile da lontano grazie a banner e totem. Uno schermo all’ingresso richiama l’attenzione su mostre e attività programmate e consente un’anteprima della visita. L’area dell’ingresso comprensiva della biglietteria, organizzata in modo razionale, accoglie ora i visitatori con uno spazio più ampio e maggiori possibilità di sedersi. Da dicembre 2017, oltre alla biglietteria, un nuovo sistema d’accesso consente di acquistare i biglietti online. I visitatori possono programmare la visita scegliendo un determinato orario e accorciando così eventuali tempi di attesa. Anche lo shop, gestito direttamente dal museo, è stato allestito in modo invitante e offre sia libri di archeologia sia souvenir appositamente realizzati in base ai contenuti dell’esposizione.


Persone che lavorano al museo

Gli oltre 260.000 visitatori in media all’anno vengono assistiti da un team efficiente composto da 40 persone che lavorano nei seguenti ambiti: visite guidate e sorveglianza, sicurezza, servizio di cassa, shop, direzione, amministrazione, contabilità, segreteria, servizio di prenotazione, organizzazione del team, marketing, media, assistenza ai gruppi target, mediazione museale, direzione del personale, pubbliche relazioni, biblioteca, ricerca, conservazione, curatela, progettazione mostre, impiantistica, archivio immagini, organizzazione di eventi, servizio visitatori, EDP, cura dei materiali, prestito reperti, redazione e pubblicazione di volumi…


Storia amministrativa

La progettazione del percorso espositivo del Museo Archeologico dell’Alto Adige e la sua inaugurazione il 28.3.1998 avvennero sotto la guida dell’Ufficio Beni archeologici. Fino al 1999 il museo fu gestito dallo stesso Ufficio nella persona di Lorenzo Dal Rì, all’epoca suo direttore.
Dal 1999 il Museo Archeologico dell’Alto Adige, insieme al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige inaugurato in quello stesso anno, fu diretto dall’ente collettivo “Museo Archeologico e Museo di Scienze Naturali”. A presiederli entrambi fu in un primo momento Leo Unterholzner, direttore del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, al quale poi subentrò Alex Susanna, in carica dal 2000 al 2004.

Nel 2005 l’ente Museo Archeologico e Museo di Scienze Naturali fu assorbito con altri 8 musei provinciali nel nuovo ente “Musei provinciali dell’Alto Adige”, le cui sorti furono guidate da Othmar Parteli in veste di direttore e da Bruno Hosp in qualità di presidente. Dal 2005 Angelika Fleckinger è direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige.

Nel 2009 l’ente Musei provinciali dell’Alto Adige con il Museo Archeologico dell’Alto Adige è stato trasformato nell’“Azienda Musei provinciali”, incorporata nel 2010 come azienda autonoma nell’appena istituita Ripartizione 42 “Museen-Musei” dell’Amministrazione provinciale. Direttrice dell’Azienda Musei provinciali e della Ripartizione Musei è Karin Dalla Torre.


Mostre temporanee
2016 – 2018:     HEAVY METAL – Come il rame cambiò il mondo | HEAVY METAL – Wie Kupfer die
Welt veränderte
2014 – 2016:     FROZEN STORIES. Reperti e storie dai ghiacciai alpini | FROZEN STORIES. Gletscherfunde aus den Alpen
2013 – 2014:     mysteriX. Reperti enigmatici dell’Alto Adige | mysteriX. Rätselhafte Funde aus Südtirol
2011 – 2013:     Ötzi20 Life. Science. Fiction. Reality
2009:                 MUMMIE. Sogno di vita eterna | MUMIEN. Der Traum vom ewigen Leben
2008:                 Hautzeichen – Tätowierungen und Narbenschmuck | Segni sulla pelle – tatuaggi, scarificazioni
2007:                  Pfeil & Bogen. Von der Steinzeit bis heute | Arco & frecce nell’età della pietra
2006:                  LebensBilder. Überlegungen zum Alltag in der Urgeschichte | Immaginarsi la Preistoria. Riflessioni sulla vita quotidiana nella preistoria
2006:                  Das Geheimnis der Wolkenmenschen. Die Chachapoya im peruanischen Nebelwald | Il segreto del popolo delle nuvole. I Chachapoya tra le
nebbie della foresta peruviana
2005:                  Schön von Kopf bis Fuß. Schönheit und Körperpflege bei den Römern | Piacere – Piacersi. Bellezza e cura del corpo in epoca romana
2003/2004:       Unsere Vorfahren. Die Entwicklungsgeschichte der Menschheit | I nostri antenati – La storia evolutiva dell’umanità
2002/2003:       GÖTTERSACHE’N – Kult zu Ötzis Zeit | IN DONO AGLI DEI Culti al tempo di Ötzi
2002:                 Anagama. Experimentelle Keramik | Anagama II – Ceramica sperimentale
2000:                 Caricature dell’Uomo venuto dal ghiaccio di Peppi Tischler
1998:                  Der Mann im Eis: Realität – Mythos – Klischee | L’Uomo nel ghiaccio. Realtà – mito – cliché


Mostre itineranti

Ötzi e la sua storia sono il tema di due mostre itineranti autorizzate ospitate in tutto il mondo. Una terza mostra itinerante, destinata al mercato internazionale, è in fase di organizzazione.
25.01.2003 – 26.04.2003 Roma (Stazione Termini), Italia
01.10.2003 – 31.01.2004 Vienna  (Naturhistorisches Museum), Austria
02.03.2004 – 27.06.2004 Hannover (Niedersächsisches Landesmuseum), Germania
24.09.2004 – 22.11.2004 Budapest (Vármúzeum ), Ungheria
19.03.2005 – 10.04.2005 Nagoya (Boston Museum of Fine Art), Giappone
19.04.2005 – 08.05.2005 Toyohashi (Museum of Natural History), Giappone
19.07.2005 – 30.10.2005 Assen (Drents Museum), Paesi Bassi
15.11.2005 – 15.03.2006 Maaseik (Minderbroedersklooster), Belgio
08.04.2006 – 10.09.2006 Francoforte  (Archäologisches Museum), Germania
07.11.2006 – 25.03.2007 Vaduz (Liechtensteinisches Landesmuseum), Liechtenstein
05.04.2007 – 31.08.2007 Torino (Museo Regionale di Scienze Naturali), Italia
05.10.2007 – 09.03.2008 Stoccolma  (Museum of National Antiquities), Svezia
09.11.2007 – 04.05.2008 Sydney (Australian National Maritime Museum), Australia
01.04.2008 – 03.08.2008 Højbjerg (Moesgård Museum), Danimarca
13.03.2009 – 28.06.2009 Bellinzona (Castelgrande Museum), Svizzera
17.06.2009 – 13.09.2009 Varberg (Halland Regional Museum), Svezia
17.07.2009 – 22.11.2009 Madrid (Museo arqueologico regional), Spagna
01.04.2010 – 31.05.2010 Machačkala, Russia
01.06.2010 – 08.08.2010 Mosca, Russia
03.09.2010 – 27.02.2011 Helsinki (Espoo City Museum), Finlandia
28.03.2011 – 24.07.2011 Valencia (Museu de prehistoria), Spagna
05.08.2011 – 27.11.2011 Oslo (Historisk Museum), Norvegia
03.02.2012 – 30.09.2012 Barcellona  (Museu d’Arqueologia de Catalunya), Spagna
07.02.2014 – 31.08.2014 Monaco di Baviera  (Archäologische Staatssammlung), Germania
24.10.2014 – 10.01.2016 Granada (Parque de las Ciencias), Spagna
20.03.2014 – 29.11.2015 Mistelbach (MAMUZ Museum) Austria
23.03.2016 – 22.01.2017 Braunschweig (Braunschweigisches Landesmuseum), Germania
dal 31.05.2018           Kerkrade (Continium), Paesi Bassi


Partecipazione a esposizioni mondiali

Ötzi e il Museo Archeologico dell’Alto Adige sono stati presenti all’EXPO 2000 ad Hannover e all’EXPO 2005 a Tokyo.


Congressi e convegni

Convegni sui più recenti risultati delle ricerche sull’Uomo venuto dal ghiaccio (1998, 2001 e 2016)
Morte e museo (2000)
Exar – Experimentelle Archäologie  (2005)


25 anni di Ötzi

Il 19 settembre 2016 sono trascorsi 25 anni dal ritrovamento di Ötzi. In occasione di questo anniversario il Museo Archeologico dell’Alto Adige ha organizzato un ricevimento. Responsabili e coadiutori dei 25 anni di ricerca, conservazione e amministrazione hanno brindato con Erika Simon, scopritrice della mummia, e con Reinhold Messner, all’epoca testimone sul luogo del ritrovamento. Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha enumerato le caratteristiche eccezionali proprie dell’Uomo venuto dal ghiaccio e si è dichiarato fautore di una sede museale più grande. L’attore Jürgen Vogel, impegnato in quello stesso periodo in val Senales con le riprese del film “Iceman”, ha visitato il museo. I progetti e i risultati di ricerca più recenti sono stati presentati nell’ambito del “3rd Bolzano Mummy Congress – Ötzi: 25 years of research”, organizzato dal Museo Archeologico dell’Alto Adige in collaborazione con l’allora l’Istituto per le mummie e l’Iceman dell’EURAC (oggi Istituto per lo studio delle mummie dell’EURAC).


Ricerca

Presupposto principale è la conservazione dell’Uomo venuto dal ghiaccio. Il responsabile per la conservazione della mummia è il prof. Oliver Peschel, successore del dott. Eduard Egarter Vigl. Il perfezionamento del sistema di raffreddamento è da anni oggetto di ricerca e rende il Museo Archeologico dell’Alto Adige – in stretta collaborazione con l’Istituto per lo studio delle mummie dell’EURAC – un ambito partner di riferimento per musei e luoghi espositivi che si devono confrontare con la conservazione di mummie.
Negli ultimi 20 anni la ricerca sull’Uomo venuto dal ghiaccio ha fornito nelle più disparate discipline contributi significativi alla conoscenza archeologica e medica di Ötzi e dell’età del Rame, pubblicati su riviste scientifiche e considerati e discussi in tutto il mondo: la causa della morte, la decodificazione del DNA, informazioni su pasti e abitudini di vita, importanti dati per la comprensione di patologie che ancora oggi creano problemi all’umanità – artrosi, malattie cardiovascolari, infezioni batteriche come l’Helicobacter pylori, la borreliosi e la parodontite –, i tatuaggi, l’indagine sul caso criminale e informazioni sulla provenienza del rame dell’ascia.
Ancora oggi il comitato scientifico antropologico dell’Uomo venuto dal ghiaccio e quello per l’archeologia ricevono continue richieste per progetti di ricerca. Nei prossimi anni, soprattutto nell’ambito della microbiologia, c’è da aspettarsi l’acquisizione di nuove conoscenze, e anche grazie al progresso nella precisione dei metodi di misurazione la ricerca riuscirà a carpire qualche altro segreto all’Uomo venuto dal ghiaccio e al suo tempo.


Il grado di notorietà di Ötzi

Ogni volta che vengono divulgati nuovi risultati di ricerca relativi all’Uomo venuto dal ghiaccio, la notizia è subito ripresa dai media di tutto il mondo. Se 20 anni fa per farlo servivano ancora fax, telefono e foto sviluppate in camera oscura, oggi le informazioni su Ötzi si condividono digitalmente, in tempo reale e per tutto il globo terrestre, via Internet e attraverso i social media.
Alla notorietà globale di Ötzi contribuirono in passato anche storie da prima pagina e un gran numero di lunghi articoli su quotidiani, settimanali e riviste di divulgazione scientifica come il New York Times, Time Magazine, GEO o National Geographic con le loro numerose edizioni nazionali. Milioni di persone in tutto il mondo hanno conosciuto l’Uomo venuto dal ghiaccio mediante produzioni internazionali di film-documentari di National Geographic e Discovery Channel girate nel Museo Archeologico dell’Alto Adige.

La coproduzione cinematografica tedesca-austriaca-sudtirolese “Iceman” del 2017, con la regia di Felix Randau e Jürgen Vogel nel ruolo del protagonista, rappresenta per il momento il culmine della notorietà di Ötzi. Questa primavera il film uscirà anche nelle sale nordamericane.
Sempre quest’anno è atteso nelle sale italiane anche un altro film per famiglie, “Ötzi e il mistero del tempo”, girato al museo nella primavera del 2017. Sceneggiatori: Carlo Longo e Manuela Cacciamani, regista: Davide Orsini, protagonista nel ruolo di Ötzi: Michael Smiley.

La fama di Ötzi si è diffusa anche tra noti artisti internazionali: al più tardi dal 2007, quando l’attore americano Brad Pitt si è fatto tatuare sull’avambraccio sinistro la silhouette della mummia, persone di tutto il mondo hanno cominciato a interrogarsi su chi fosse questo “Iceman”, scoprendo che l’originale è visitabile nel Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano.


Ricostruzioni di Ötzi

Nel 2011, in occasione della mostra temporanea Ötzi20, al Museo Archeologico dell’Alto Adige è stata presentata una nuova ricostruzione di Ötzi. Partendo dalle scansioni TC della mummia i due paleo-artisti Alfons e Adrie Kennis hanno modellato una figura realistica che da allora influenza l’immagine che abbiano del nostro antenato dell’età del Rame.
Sempre partendo dalle scansioni TC nel 2016 è stata realizzata anche una copia della mummia dell’Uomo venuto dal ghiaccio, dipinta dal paleo-artista americano Gary Staab. Una copia è esposta in esclusiva al Cold Spring Harbor DNA Learning Center di New York, un’altra girerà il mondo con la nuova esposizione itinerante.


Momenti di paura

…sono costituiti di tanto in tanto dalle segnalazioni d’incendio o dai (falsi) allarmi scattati per altre ragioni. Sinora, per fortuna, non ci sono state situazioni critiche. Prendendo esempio dal Museo Archeologico dell’Alto Adige il corpo dei vigili del fuoco di Bolzano ha elaborato un innovativo piano di evacuazione per i beni culturali. Sulla spettacolare esercitazione di evacuazione della mummia e degli oggetti più preziosi del museo è stato girato un video, oggi utilizzato per addestrare i giovani vigili del fuoco. Su questo tema Andrea Battagin, il tecnico del museo e incaricato per la sicurezza, il 24.3.2018 terrà una conferenza alla fiera specializzata per la protezione antincendio “Civil Protect” a Bolzano.


20 anni di Museo: i numeri, prego!

–    Visitatori (dall’inaugurazione il 28 marzo 1998 alla fine di marzo 2018): 5 milioni
–    oltre 20.000 like su Facebook (febbraio 2018)
–    Valutazione media dei visitatori su Facebook: 4,5 stelle su 5.
–    “Museo Archeologico dell’Alto Adige” come parola chiave su Google 116.000 risultati (marzo 2018) Risultati di ricerca su Google con “Ötzi”: 1.790.000 (marzo 2018)
–    Record di accessi alla pagina web www.iceman.it il 19 settembre 2016 (25 anni dal ritrovamento di Ötzi): 8.647 utenti.
–    Oltre 600.000 partecipanti a visite guidate.
–    Circa 30.000 visite guidate e workshop in 20 anni -> 3,4  anni complessivi di spiegazioni e interazioni con i visitatori
–    Visite guidate in 17 lingue
–    Giornata con la massima densità di visitatori (normale orario di apertura dalle 10 alle 18): il 09.08.2013 con 1.802 persone (capacità del museo: 300 persone su una superficie di 1400 m²)
–    750 km di biglietti l’ingresso (pressappoco la distanza tra Bolzano e Parigi)
–     40 tonnellate di opuscoli pubblicitari
–     300.000 libri venduti  allo shop
Mass media:
10.000 giornalisti hanno visitato il museo
1000 interviste con il personale del museo
500 comunicati stampa
700 riprese cinematografiche e televisive


La Mediazione museale del Museo Archeologico dell’Alto Adige

In questi primi 20 anni l’attività di mediazione del museo ha raggiunto svariati target: le classi scolastiche e i loro insegnanti, singoli visitatori e gruppi da tutto il mondo, la popolazione locale, sia persone autoctone, che gruppi con background migratorio, gente di tutte le età, famiglie, giovani e anziani. Tutto questo grazie a offerte ormai consolidate, quali visite guidate, laboratori pratici, percorsi intensivi, postazioni interattive e spazi di approfondimento per famiglie e singoli visitatori. E’ possibile, inoltre, visitare il museo con un’audioguida, un’app scaricabile anche sul proprio smartphone. Molte sono le manifestazioni che ad ogni edizione riscuotono successo: la giornata internazionale dei musei a maggio, la lunga notte dei musei a dicembre, le varie mostre temporanee esposte in museo in questi 20 anni e le differenti edizioni di “ritorno alla preistoria”, il fine settimana di archeologia sperimentale sui Prati del Talvera.

Tutte le proposte del museo si ispirano a una filosofia in cui al centro sta il visitatore, il suo benessere, le sue curiosità, le sue domande. Punto di partenza sono sempre gli oggetti esposti, testimoni del passato e della molteplicità delle interpretazioni possibili. I mediatori del museo cercano di suscitare nei visitatori delle domande, piuttosto che dare unicamente delle risposte. Il parere di ognuno è importante, perché arricchisce tutto il gruppo e anche il mediatore stesso. La sperimentazione personale, l’approccio tattile, la partecipazione attiva concorrono a fare della visita in museo un’esperienza che dura nel tempo e si collega alla nostra vita quotidiana. Tutti noi guardiamo infatti il passato con gli occhiali del presente, per questo la relazione col passato è sempre anche una relazione col presente.


Nuovo! The Lounge

In occasione del 20° anniversario del Museo Archeologico dell’Alto Adige l’attenzione si concentra sui visitatori. Dal 23 marzo 2018 l’intero il 3° piano diventerà un’area dove sarà possibile vivere esperienze individuali. The Lounge è un ambiente provvisto di isole dedicate al riposo e di spazi dedicati al gioco che consente al tempo stesso di rilassarsi e di riflettere. I visitatori possono trascorrervi del tempo da soli o in compagnia, assecondando i propri interessi o l’esigenza di una pausa, e concludere così la visita al museo nel modo che preferiscono.
Intellettuale, sociale o emozionale? Alcuni studi dimostrano che i visitatori hanno un approccio molto personale ai musei e ai loro contenuti. Per alcuni la visita è innanzitutto un’esperienza collettiva, per altri i musei sono puri luoghi di apprendimento, per altri ancora ciò che conta sono le emozioni che vi si provano. Questi tre aspetti caratterizzano l’offerta di The Lounge, dove la regola è poter fare molto, ma non dover fare nulla.


Pubblicazioni

Dal 1999 il Museo Archeologico dell’Alto Adige pubblica una collana scientifica con il titolo “Schriften des Südtiroler Archäologiemuseums / Collana del Museo Archeologico dell’Alto Adige”. Il 1° (1999), il 3° (2003) e il 4° (2006) volume sono dedicati ai risultati di ricerca sull’Uomo venuto dal ghiaccio e alla sua conservazione. Il 2° volume, edito nel 2002, riunisce le ricerche archeologiche della zona di Settequerce/San Maurizio. Il 5°, e per ora ultimo volume, è uscito nel 2015 e tratta dell’archeologia nell’Oltradige.
Bestseller di divulgazione scientifica del Museo Archeologico dell’Alto Adige sono la guida tascabile su Ötzi [Angelika Fleckinger, Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio, Vienna/Bolzano, 7a edizione 2014] e il libro illustrato per ragazzi sulla mummia dei ghiacci [Gudrun Sulzenbacher, La mummia dei ghiacci. Con Ötzi alla scoperta del Neolitico, Vienna/Bolzano, 4a edizione 201 7], entrambi tradotti in varie lingue.


Progetti di ricerca archeologici del museo

Negli anni 2011-2014 è stato condotto il progetto di ricerca „Vivere vicino all’acqua. Risorse, tecniche e mobilità nel Mesolitico sull’esempio dei siti in località Dosso della Forca a Salorno (Alto Adige)” [Leben am Wasser. Ressourcen, Technik und Mobilität im Mesolithikum am Beispiel der Fundstellen Galgenbühel in Salurn (Südtirol)“]. Responsabile del progetto è stata Ursula Wierer, che ha diretto gli scavi nel sito mesolitico (fine IX/VIII millennio a.C.) al margine del fondovalle. Le indagini erano rivolte soprattutto alle strategie economiche dei gruppi nomadi di cacciatori e raccoglitori dell’epoca.
Negli anni 2013-2016 si è svolto il progetto di ricerca “L’insediamento e l’economia preistorici delle alte valli delle Alpi interne sull’esempio della val Senales (Alto Adige)”  [Prähistorische Besiedlung und Ökonomie inneralpiner Hochtäler am Beispiel des Schnalstals (Südtirol)]. Responsabile del progetto è stato Andreas Putzer e l’obiettivo della ricerca era indagare l’influenza dell’uomo sul paesaggio naturale nelle valli laterali della val Senales. Furono scavati svariati luoghi di culto e resti di insediamenti di alta montagna connessi alla pastorizia. Grazie a queste ricerche si è potuto stabilire che l’uomo – contrariamente a quanto ritenuto fino ad allora – è intervenuto sul paesaggio naturale di Senales solo a partire dalla prima età del Bronzo (II millennio a.C.).
Dal 2017 e fino al 2019 è in corso il progetto di ricerca “Sabiona II. Gli edifici profani dell’insediamento tardoantico” [Säben II. Die profanen Bauten der spätantiken Siedlung]. Responsabile del progetto è Hans Nothdurfter, direttore degli scavi condotti tra il 1978 e il 1982. L’indagine archeologica si concentra sugli edifici dell’insediamento, databili dalla fine del IV all’inizio del VI secolo, e sulla loro funzione. Sono inoltre previste indagini naturalistiche.
Per il convegno “3rd Bolzano Mummy Congress – Ötzi: 25 anni di ricerca”, svoltosi dal 19 al 21 settembre 2016, il Museo Archeologico dell’Alto Adige ha dato inizio a due progetti di ricerca. Il primo, mirante alla determinazione della provenienza del rame dell’ascia e condotto in collaborazione con un team di ricerca di Padova guidato da Gilberto Artioli, ha stabilito che il metallo proviene dalla Toscana meridionale.
Il secondo, portato avanti da un team di ricerca sotto la guida di Ursula Wierer, intende sottoporre a una nuova indagine gli utensili in selce dell’Uomo venuto dal ghiaccio. I risultati saranno resi noti prossimamente (2018).
Quest’ anno, sotto la direzione di Günther Kaufmann e di Gilberto Artioli, inizia il progetto di ricerca “Studi sulla circolazione del rame ai tempi di Ötzi. L’ascia dell’Uomo venuto dal ghiaccio e il contesto archeometallurgico di asce di rame dell’area centro-alpina e della penisola italiana”. Due sono gli obiettivi della ricerca: ricostruire lo sviluppo della metallurgia del rame, in particolare lo sfruttamento delle risorse cuprifere in Alto Adige nel corso dell’età del Rame (fine IV-III millennio a.C.), e individuare la cerchia di officine delle asce trapezoidali a margini rialzati prodotte in questo periodo.


I visitatori e le visitatrici

Provenienza: Un museo di dimensioni modeste con ospiti da tutto il mondo: Nell’anno 2017 persone da tutti i continenti hanno visitato il Museo Archeologico dell’Alto Adige, di cui pressoché tutti i paesi europei. Provenienza degli ospiti del museo (2017): Germania 42%, Italia senza Alto Adige: 30%, Alto Adige: 5%, Austria: 6%, Europa restante: 11%, mondo: 6%.
Dall’inaugurazione (28 marzo 1998) ad oggi il Museo Archeologico dell’Alto Adige è stato visitato da quasi 5 milioni di persone da tutto il mondo. Nell’anno 2017 sono venute 286.972 persone.
Le cifre:
1998: 245.000        2003: 228.000        2008: 227.705                2013: 252.462
1999: 256.000        2004: 248.074        2009: 231.040 (aperto 11 mesi)    2014: 245.397
2000: 277.000     2005: 226.705     2010: 229.456                2015: 253.704
2001: 258.000        2006: 225.479        2011: 265.459                             2016: 275.226
2002: 255.000        2007: 221.958        2012: 257.431                   2017: 286.972


Fattore economico “museo”

L’Uomo venuto dal ghiaccio è uno dei personaggi dell’Alto Adige più noti a livello internazionale. Che Ötzi e il suo museo abbiano dunque un’influenza non indifferente sull’economia altoatesina è un fatto indiscutibile, e tuttavia non facile da quantificare. La stragrande maggioranza dei visitatori (95 %) non è costituita da locali, bensì da turisti. Gran parte di loro non soggiorna nel capoluogo ma visita Bolzano in giornata per godersi il mix perfetto tra giro turistico, shopping e specialità gastronomiche – e per visitare Ötzi al Museo Archeologico dell’Alto Adige. Questa combinazione ha delle ripercussioni anche economiche: con un museo di grande attrazione la destinazione turistica Alto Adige guadagna punti e le molte persone che arrivano a Bolzano influenzano positivamente l’offerta turistica e la creazione di valore aggiunto.

 

Contatto per la stampa:
Katharina Hersel
Museo Archeologico dell’Alto Adige
Via Museo 43, I-39100 Bolzano, tel.: 0471-320114, fax: 0471-320122
eMail: press@iceman.it; sito internet: www.iceman.it; Facebook: OetziTheIceman

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